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(ANSA) – MADRID, 30 GIU – In Catalogna «non ci sarà un
referendum di autodeterminazione» per stabilire il futuro della
regione, anche perché il Partito Socialista spagnolo (Psoe),
prima forza nel Parlamento nazionale, «non lo accetterà mai»:
sono parole del premier spagnolo Pedro Sánchez, pronunciate alla
Camera dei Deputati nel corso di una seduta in cui ha dato conto
della decisione di concedere la grazia ai nove separatisti
catalani condannati al carcere dopo il tentativo di secessione
del 2017. Sánchez è anche il leader del Psoe.
   
L’organizzazione di un referendum sulla secessione è uno
degli obiettivi principali dichiarati dal governo regionale
catalano, guidato dall’indipendentista Pere Aragonès: una delle
incognite attualmente al centro del dibattito sui rapporti tra
la Catalogna è lo Stato è capire quanto potrà influire la
distanza di posizioni tra il leader regionale e Sánchez riguardo
al referendum sul tentativo di ripresa del «dialogo» che i due,
nelle ultime settimane, si sono detti disposti a portare avanti.
   
Nel suo discorso alla Camera, Sánchez ha affermato che c’è
solo una possibilità per permettere un referendum: «che coloro
che vogliono che ci sia riescano a convincere i tre quinti di
questa Camera a modificare l’articolo 2 della Costituzione
spagnola e che poi questa modifica venga avallata dai cittadini
con un referendum». Il premier ha aggiunto che questa
circostanza gli sembra improbabile vista la contrarietà del suo
partito. (ANSA).
   

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