Sono bastate 24 ore perché i politici si potessero mettere d’accordo sul varare una nuova Costituzione. La discussione è stata abbandonatoa dai membri del Partito Comunista Cileno.

Santiago – E’ arrivata ieri notte, alle ore 22 circa, la notizia che i politici cileni, presenti tutte le parti politiche ad eccezione del PC, avevano raggiunto un accordo sul varo della nuova Costituzione per il Cile.

Grande dibattito si è avuto sul tema del referendum prima, per capire se i cileni vogliono una nuova Costituzione, e alla fine, per approvare il lavoro eseguito dai politici o da chi ha avuto il mandato di lavorare nella stesura della nuova «Carta Magna» che per ora ha solo la consistenza di un «foglio bianco», nel senso che verrà scritta ex novo.

L’annuncio dell’accordo da parte del ministro dell’Inteno Gonzalo Blumel

Un accordo di massima, in effetti, nel senso che i dettagli, anche i più importanti, dovranno ancora essere definiti. E su questa definizione si verificherà il banco di prova dell’accordo, nel senso che si sperimenterà quando concreto e profondo sia il punto di convergenza trovato dai politici cileni.

Mentre la stampa internazionale evidenzia questa nuova unità trasversale della politica cilena, in realtà il processo appena iniziato è solo il punto di partenza di un lungo e complicato meccanismo che su svariati fronti dovrà portare prima ad uno studio e poi ad una redazione della nuova Costituzione cilena. Già gli esperti parlano almeno di due anni per la stesura completa.

Però i problemi contingenti, quelli che di fatto hanno portato i cileni nelle piazze, questi problemi, di fatto non sono ancora stati toccati: pensioni, sanità e educazione. Così già ci sono alcuni politici che chiedono la riduzione di quei «privilegi» che sempre sono stati propri della «casta»: «mille pesos di rimborso per i viaggio dei parlamentari» (provocatoria proposta di un politico), riduzione degli stipendi e azzeramento di tutti quei benefici che hanno fino ad ora caratterizzato la vita dei politici cileni.

A gran voce si chiede l’aumento del 50% delle pensioni subito, non solo da parte dell’opposizione ma sono voci isolate ma chiare e forti che si levano anche da alcuni parlamentari dei partiti di governo. Su tutti il ministro dell’economia raggela dicendo che sarebbe impossibile per lo Stato sostenere tali costi.

Paradossalmente è stato più facile trovare un accordo sulla nuova Costituzione che risolvere i livelli di povertà e di diseguaglianza che colpiscono la maggioranza dei cileni.