[ad_1]

New York sceglie il suo sindaco, colui che la prenderà per mano e la guiderà nel dopo pandemia. Sulla carta si tratta ‘solo’ delle primarie democratiche ma, con molta probabilità, il vincitore si imporrà a novembre sullo sfidante repubblicano in una città che è a grande maggioranza liberal. Gli otto aspiranti – di cui tre donne – a sostituire Bill de Blasio si sono recati alle urne di buonora e poi hanno continuato la loro campagna elettorale, corteggiando i newyorkesi ai seggi. Il voto è per la prima volta nella storia della città a scelta multipla, con gli elettori che potranno indicare fino a cinque preferenze. Si tratta di un esperimento complesso: finora tale modalità infatti è stata usata in piccoli centri e non in metropoli. E ora il timore è un ritardo negli scrutini, con i risultati ufficiali del voto che potrebbero non arrivare prima del 12 luglio, creando uno scenario di confusione dopo una campagna già segnata dal caos, dalla tensione e da spietati attacchi reciproci.

La platea dei candidati è ampia: dall’ex poliziotto afroamericano Eric Adams all’ex candidato alla Casa Bianca Andrew Yang, dall’ex manager di Wall Street Ray McGuire a diversi ex funzionari comunali. Esperienze diverse che dettano ricette diverse per la città che non dorme mai ma che è stata costretta a spegnere le sue luci a causa della pandemia per un anno e mezzo. Se i candidati moderati come Adams, Yang e Kathryn Garcia propongono di rafforzare la polizia per contrastare l’ondata di violenza in città, di ripulire le strade lasciate andare con il Covid e spingere sull’arte e la cultura per il turismo, la progressista Maya Willey punta tutto sulla riduzione delle disuguaglianze, continuando sulla via di Bill de Blasio.

L’attuale sindaco non ha ancora dato il suo appoggio a nessuno degli aspiranti e nessuno di loro lo vuole, considerate le critiche che ormai da anni lo travolgono e la voglia dei newyorkesi di disfarsene ritenendolo un «disastro». De Blasio, infatti, secondo molti si è rivelato una «delusione» ma i «danni» sono stati in parte contenuti dal fatto che la città ha girato da sola per anni grazie ai precedenti mandati di Michael Bloomberg. Ora, però, dopo otto anni di ‘poco o nulla’ serve qualcuno che riprenda la situazione in mano e faccia tornare New York una città sicura, pulita e funzionante.

L’ultimo sondaggio Ipsos indica Adams avanti con il 28% delle preferenze, seguito da Yang con il 15% e da due donne, che potrebbero diventare le prime a guidare la città: Kathryn Garcia ha il 15% e Maya Willey la tallona con il 13%. Fino a poche settimane fa saldamente in vantaggio, l’ex candidato alla Casa Bianca è scivolato di recente nei sondaggi e, in una mossa dell’ultima ora, si è alleato con Garcia nel tentativo di rilanciarsi. Willey invece ha continuato la sua lenta avanzata, forte dell’appoggio della star democratica Alexandria Ocasio-Cortez e della senatrice Elizabeth Warren. Proprio con loro e introdotta sul palco dall’icona dei diritti delle donne Gloria Steinem, l’afroamericana Willey nell’ultimo comizio pre-voto si è presentata come la paladina delle minoranze, la donna giusta per combattere le disuguaglianze soprattutto di reddito. Un appello che non è chiaro quanto possa far breccia in una città che ospita uno dei numeri maggiori di miliardari al mondo e si considera, con Wall Street, la capitale finanziaria del mondo. 
   



[ad_2]

Source link