La Liguria Levante e Ponente divise in Genova. Il disastro dell’Autostrada A10 nella settimana centrale delle vacanze estive. La struttura degli anni Sessanta non teneva problemi strutturali.

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Genova– Furono trenta fra auto e camion (almeno tre)  i mezzi che si sono letteralmente sentiti mancare la strada sulla quale stavano viaggiando: il viadotto Morandi è collassato su via Fillak attorno alle 11.50 di oggi con un salto di 80 metri. Una tragedia con 35 morti decine di dispersi e per ora solo 4 superstiti. I video che dall’ora del disastro si possono trovare su YouTube  sono a dir poco agghiaccianti.

Fra le trentacinque vittime anche un bambino e due netturbini che stavano lavorando sotto il viadotto. Il boato ha attirato subito l’attenzione dei vicini che vivono nel quartiere e dinanzi agli occhi di chi abita nella zona più vicina al ponte si è stagliato lo scenario raccapricciante che ha scioccato l’intera Italia attraverso le immagini trasmesse  dai telegiornali.

La struttura la cui costruzione risale agli anni Sessanta è l’ultimo tratto della autostrada A10, snodo importantissimo non solo per il collegamento interregionale, Piemonte – Liguria – Lombardia, ma anche per la stessa regione ligure che dopo la tragedia si è vista dividere in due metà non comunicanti: Levante e Ponente.

L’ipotesi è quella del cedimento strutturale. Nell’area sottostante, a ridosso della ferrovia si è formato una specie di cratere: 440 le persone sfollate per timore che crolli anche l’altra parte del ponte. Diverse auto sono rimaste incastrate  tra le macerie mentre altri mezzi pesanti sono finiti nel torrente Polvecera.

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Almeno quattro persone sono state estratte vive dalle macerie mentre sedici sono, per ora, i feriti. Fra questi anche una pensionata di 75 anni rimasta intossicata dal fumo causato dall’incendio divampato nella propria casa  a seguito del crollo.  È stato avviato il protocollo sismaper la ricerca dispersi e sono più di mille i soccorritori che lavorano senza tregua alla ricerca dei feriti ancora vivi. Testimoni affermano che sotto i duecento metri di ponte crollato si sentono voci di persone che intrappolate fra le macerie o le lamiere delle auto che chiedono soccorso.

Tragedia inaspettata? Secondo i Vigili del Fuoco la struttura non presentava nessun danno o pericolo strutturale e mai sono state fatte denunce a riguardo. Secondo alcuni invece la struttura visibilmente già manifestava pericolose crepe strutturali che però sono sempre state considerate normali vista l’età della struttura.

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Sul posto è intervenuto anche il Premier Giuseppe Conte mentre il suo vice Salvini ha focalizzato le sue dichiarazioni sui possibili responsabili: «Subito i nomi dei colpevoli». Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza di fare accertamenti approfonditi per verificare se esistono delle responsabilità.

Intanto i soccorritori continuano a lavorare per poter raggiungere le persone che ancora sono intrappolate. (n.d.r.: notizia in sviluppo)

marco maria scotti